Nel decreto approvato in Consiglio dei ministri, denominato dall’esecutivo “Carcere sicuro“, si legge di procedure più semplici per la libertà anticipata e un elenco nazionale di comunità per recuperare i detenuti. II testo rappresenta una prima risposta del governo alla condizione di emergenza degli istituti di detenzione, sovraffollati e marchiati dal tragico numero dei suicidi, mai così alto, in questi primi sei mesi del 2024.
Il fulcro del provvedimento è l’istituzione di un albo di comunità che potranno accogliere certe tipologie di reclusi, ad esempio quelli con un breve residuo di pena o i tossicodipendenti che potranno scontare così la parte finale della loro pena. C’è poi lo snellimento delle procedure per la concessione della libertà anticipata che potrebbe diventare automatica. Le misure alternative potranno essere decise non più in via provvisoria, ma definitivamente e più rapidamente dal magistrato di sorveglianza, senza passare per il tribunale collegiale.
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio sostiene che tale intervento risulta da una visione orientata all’umanizzazione dei penitenziari, alla possibilità di trasferire in comunità, sulla base di una decisione del giudice di sorveglianza, i detenuti che soffrono di disagi psichici o i tossicodipendenti. Secondo il Guardasigilli: “È un passo molto importante, ci porta molto avanti nel reinserimento sociale ed è un rimedio al sovraffollamento carcerario, che non è dovuto a una decisione governativa: è il magistrato che decide dello status libertatis. E questo spetta sempre alla magistratura di sorveglianza”.