Pensioni, Quota 41 si riaffaccia nella manovra 2025

Pensioni

Il governo si appresta mettere a punto la prossima Legge di Bilancio, che dovrebbe ammontare a circa 22 o 23 miliardi di euro. Come ogni anno, fra i punti più delicati e “questionati” c’è la questione previdenziale. A prescindere da eventuali cambi di rotta nelle prossime settimane, il quadro sembra essere il seguente: l’Ape sociale e Opzione donna verranno confermate, mentre Quota 103 potrebbe essere sostituita da Quota 41.

E dunque anche nel 2025 dovrebbe proseguire l’Ape sociale, la misura che dà la possibilità di avere un anticipo pensionistico, una volta raggiunti i 63 anni e cinque mesi di età, ai lavoratori che si trovano in una situazione di svantaggio. Conferma in vista anche per Opzione donna, nonostante nel primo trimestre del 2024 si sia registrato un crollo delle richieste accolte: 1.700 domande, contro le oltre 5.300 dello stesso periodo del 2023.

C’è infine Quota 41, tra i cavalli di battaglia della Lega: c’è chi ha avanzato la possibilità di andare in pensione anticipata, indipendentemente dall’età, ricalcolando l’intero assegno con il sistema contributivo. C’è però anche chi sottolinea come questa opzione, pur essendo finanziariamente sostenibile nel lungo termine, causerebbe qualche problema nel breve, perché le pensioni andrebbero pagate subito.

Tutt’altro che convinto della proposta leghista l’ex presidente dell’Inps Pasquale Tridico, oggi a capo della delegazione del M5S al Parlamento europeo. Tridico dichiara a La Stampa: “È una presa in giro. Non c’è bisogno, abbiamo già l’uscita contributiva a 64 anni con almeno 20 di contributi. Modello che peraltro il governo ha peggiorato alzando il livello minimo da versare portandolo da 2,8 a 3 volte l’assegno sociale. La proposta della Lega è solo uno spot elettorale, Salvini deve far credere di aver realizzato Quota 41″.

Torna in alto