Giulia Cecchettin, perché e come Turetta l’ha uccisa nel racconto a Quarto Grado

Quarto grado - Rete 4 - Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero

Nel talk show d’inchiesta di Retequattro “Quarto Grado” è andato in onda il racconto inedito di Filippo Turetta, fatto nel carcere di Verona il primo dicembre scorso, a venti giorni dall’uccisione dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. Turetta dice che via sms lei gli aveva chiesto di accompagnarla a fare shopping, poi hanno cenato insieme. Verso le 23 sono tornati verso sua, e si sono fermati in un parcheggio a Vigonovo per non farsi vedere, come avrebbero fatto in passato altre volte.

L’assassino ha spiegato al pm parlando di raptus non premeditato: “Volevo darle un regalo ma si è rifiutata di prenderlo. Abbiamo iniziato a discutere e mi ha detto che ero troppo dipendente da lei, troppo appiccicoso. Voleva andare avanti, stava creando nuove relazioni, si stava sentendo con un altro ragazzo, Eric. Ho urlato che non era giusto, che avevo bisogno di lei. Che mi sarei suicidato“. 

Al che Giulia è scesa dall’auto e si è messa a correre, Turetta l’ha inseguita e ha cominciato a vibrarle delle coltellate, prima con un coltello, poi con l’altro. E ancora: “Volevo colpirla al collo, alle spalle, sulla testa, sulla faccia e poi sulle braccia. L’ultima coltellata glie l’ho data sull’occhio. Poi ho provato a togliermi la vita ma non ci sono riuscito” 

Filippo Turetta all’appuntamento di quell’11 novembre si è presentato con due coltelli, scotch, sacchetti di plastica, viveri a cambio d’abito. Nonostante ciò, nelle sue risposte l’assassino sostiene di aver agito per un impulso, e carca di allontanare il fantasma della premeditazione che potrebbe costargli l’ergastolo.

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